La Pluralità dei Mondi Abitati
by Camille Flammarion
2020-05-29 16:27:09
La Pluralità dei Mondi Abitati
by Camille Flammarion
2020-05-29 16:27:09
L'anima del mondo moderno è divisa e in contraddizione perpetua con sé stessa. Riflessione grave, la scienza, questa divinità potente del giorno, che tiene in mano le redini del progresso, non è mai stata così poco ...
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L'anima del mondo moderno è divisa e in contraddizione perpetua con sé stessa. Riflessione grave, la scienza, questa divinità potente del giorno, che tiene in mano le redini del progresso, non è mai stata così poco filosofica, così isolata come è oggi. Noi abbiamo alla testa delle scienze, uomini che negano arbitrariamente l'esistenza di Dio e che eliminano dal sistema la prima delle verità. Noi ne abbiamo altre, la cui autorità non è minore, che non ammettono l'esistenza dell'anima e che non conoscono nulla al di fuori del lavoro delle combinazioni chimiche. Forse, leggendo queste righe, si domanderà quale rapporto esiste tra la Pluralità dei Mondi e la Filosofia religiosa; forse sarà sorpreso di vederci entrare in argomento con tanta gravità in un tema di cui avremmo potuto presentare prima di tutto il lato pittoresco e curioso. E', in effetti, sembra che importi molto poco alla filosofia che Giove sia ricco di una natura lussureggiante e popolato di esseri pensanti e che tutte queste stelle che scintillano sopra le nostre teste durante la notte profonda siano centri di altrettante famiglie planetarie. Coloro che pensano così - e noi sappiamo che formano la maggioranza, per non dire la totalità dei lettori - dovranno cambiare opinione e credere che la Pluralità dei Mondi è una dottrina scientifica, filosofica e religiosa della massima importanza. E' per dimostrare questa verità che questo libro è scritto. E nello stesso tempo, se è possibile, per renderla feconda. Quando l'abbiamo una volta concepita, questa idea della creazione, nulla può più scioglierla, nulla può più togliere il sostegno che si è conquistata sin dal primo istante; noi sentiamo che essa tocca i nostri destini supremi; i nostri interessi più cari, tutte le funzioni del nostro essere; sentiamo in lei la legge sacra che ci domina tutti, non di una dominazione onerosa alla quale si vorrebbe sottrarsi, ma di una dominazione benefica che assicura la nostra libertà; nuovo privilegio che apparterrà solo alla verità. Da questa legge, gli attributi inviolabili della Divinità sono salvaguardati cosi come quelli degli esseri creati e il Mondo, opera divina, risplende sotto il suo duplice aspetto in tutta la sua grandezza. Sì, la nostra dottrina porta in sé tutti i caratteri della verità naturale; di più, essa ci avvince con la sua bellezza, essa è piena di unzione, piena di estasi. Quando noi la contempliamo, e quando ci lasciamo penetrare dalle idee che essa ispira, proviamo questo benessere interiore che versa in noi la contemplazione solitaria della natura, e sentiamo istintivamente in essa l'elemento della vita della nostra anima. E' una dottrina santa, che dà a ogni creatura il suo ruolo effettivo e che nello stesso tempo nobilita tutti gli esseri davanti alla nostra fede. E' una dottrina ineffabile che trasfigura l'universo e che dà al nostro spirito un nuovo senso con il quale si mette in comunicazione con tutti i piccoli della natura. Essa è ben l'espressione più bella e più grandiosa dell'opera divina. Non è un sistema innalzato dalla mano degli uomini, né una teoria immaginata dalla fantasia capricciosa delle nostre menti, non è stata inventata dai filosofi né ideata dai sognatori, non è stata fatta, ma è stata trovata; poiché essa è una verità preesistente a noi. Essa è la Parola che cade dal cielo stellato durante la notte oscura e che ogni anima ben disposta può ricevere e comprendere. Ci siamo trasportati con il pensiero a quelle notti splendide dove regnano una pace profonda e una calma inalterabile. Dentro questo spettacolo, ci è sembrato che un sentimento indefinibile di malinconia occupasse il fondo della nostra anima, poiché ci crediamo estranei a questo universo magnifico, che ci attira come un abisso, senza soddisfare la nostra sete di conoscenza. Terminando queste considerazioni, lasciamo il nostro spirito ritornare alla solitudine che lo appassiona, alla contemplazione dei cieli.
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