Il fiume Bianco e i Dénka / Memorie
                        
                     
                                                         
                
                    Il fiume Bianco e i Dénka / Memorie
                                            
                            By Gianni Beltrame
                            
                                15 Mar, 2019                            
                            
                         
                                        
                                                                        Io nol nego: fin dai vent'anni ho avuto la vocazione d'andarmene proprio in Africa; ed unico mio scopo era la conversione di quelle genti barbare e selvagge a religione e civiltà. Ma non posso negare altresì d'essere stato fin da giovinetto sempre 
                                ... Read more
                                                Io nol nego: fin dai vent'anni ho avuto la vocazione d'andarmene proprio in Africa; ed unico mio scopo era la conversione di quelle genti barbare e selvagge a religione e civiltà. Ma non posso negare altresì d'essere stato fin da giovinetto sempre vago del viaggiare, d'ogni cosa nuova, strana, lontana da ogni nostra abitudine. Passavo quindi molte ore del dì guardando avidamente la carta dell'Africa; rinfocolavo l'immaginazione colla lettura di molti viaggi di missionari e di altri viaggiatori; studiavo l'arabo giorno e notte; sognavo, facevo [6] calcoli su calcoli, castelli su castelli.... e dirò anche che covavo il desiderio di scrivere un giorno qualche cosa che almeno non fosse stata mai scritta; e to' che in parte ci sono riuscito. La Società Geografica Italiana fece stampare la mia grammatica, che adesso si ristampa col dizionario relativo della lingua dei Dénka parlata da più di venti tribù dell'Africa Centrale; e quindi un saggio di grammatica e un brevissimo vocabolario della lingua degli Akkà. Venne pure alla luce il mio viaggio nel Sènnaar e nello Sciangàllah; e a questi lavori — per quanto ne sò io — non venne fatto mal viso. Ora, per cura del R. Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, vengono pubblicate le mie memorie sul fiume Bianco e sulle tribù dénka, nella fausta occasione del Congresso Internazionale Geografico in Venezia.
Nè voglio darmi a credere che molte cose non sieno state, o non sieno per essere giustamente censurate. Lo so che non è possibile scrivere un libro e mettersi così in relazione diretta con tante persone per [7] bene senza che vi si trovino cose degne di nota. Ma questo posso dire ch'io cercai sempre la verità. I miei giudizi e i miei apprezzamenti possono essere erronei, ma sono sinceri.
Spero quindi che anche questo povero mio lavoro non riuscirà discaro; e dico lo spero, perchè eziandio la lode delle persone, ammodo s'intende, è uno sprone per tutti, che fa sopportar con piacere il sacrificio e durar la fatica con tanto di cuore. Less