Quando facciamo ingresso in una chiesa romanica o gotica che è giunta fino ai nostri giorni spesso fatichiamo a comprendere, in molti suoi aspetti, quanto rimane dell’assetto originario e della sua decorazione. Come non chiedersi per quale motivo le pareti della navata siano ricoperte da una sequenza irregolare e disordinatissima di pitture murali a soggetto religioso? E quale criterio sta alla base della disposizione di altari secondari, nicchie ricavate nello spessore delle pareti, piccoli armadi a muro, sostegni e mensole, transenne, barriere divisorie, tombe, sarcofagi, rialzi, pedane, volte e cappelle? «Quello che propongo al lettore è di accodarci a una pia signora nel percorso da casa sua al luogo di culto, in modo da capire com’era fatta una chiesa della sua epoca e, soprattutto, che cosa bisognava fare una volta giunti al suo interno».
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